Ecco cosa significa cane addestrato:
Esercizi di obbedienza 3° brevetto (Campione del mondo 2007)
Esercizi di difesa 3° brevetto (Campione del mondo 2007)
Esercizi di pista e ricerca 3° brevetto (4° al Campionato del mondo 2007)
Partendo dal presupposto che ogni disgrazia nasce da una buona base d'ignoranza alla quale si somma poi l'atto che, purtroppo, molti aspiranti neo-cinofili scelgono una razza piuttosto che un'altra solo per moda, consiglio d'amici, fattori meramente estetici, noncuranti del fatto che un cane (cioè una creatura che dovrebbe rimanere parte della vostra vita per almeno dieci - tredici anni) non andrebbe scelta come si sceglie un articolo su di un catalogo, ma in base a delle esigenze personali che troveranno più o meno soddisfazione in una razza piuttosto che in un altra.
Un cane di tipo piccolo molto rumoroso con un abbaio frequente, molto acuto non potrebbe certo essere il cane ideale di persone nervose e deboli di nervi. Così come un cane molto grosso e con carattere decisamente dominante non andrebbe indicato a delle persone deboli di carattere e d'indole remissiva, poiché il binomio padrone inesperto e vanesio con cane possente e con forte tempra può essere di sicuro rischio per tutte le persone che avranno la sfortuna di incontrare tale coppia.
Non si devono affrontare con leggerezza scelte che possono mettere a repentaglio l'incolumità propria e altrui.
Una creatura inadeguata se data a certe persone sbagliate, crea gli stessi danni che può creare una Ferrari o una Porsche con alla guida, un neo-patentato.
Un secondo tipo di problema nei rapporti con i cani oltre all'inesperienza è la difficoltà nella relazione che se è già difficile tra persone figuriamoci tra persone e animali!
Questo problema di relazione è risolvibile con l'addestramento che oltre ad essere un buon canale nel quale far convergere gli istinti naturali del nostro cane può senz'altro aiutarci a capire il suo linguaggio e di conseguenza ci può, insegnare a leggere le sue minacce o a farci capire le sue richieste.
Purtroppo va a finire di solito che a rimetterci siano i più deboli e a tale proposito finiscono per essere morsicati i bambini. In Germania la SV (organo tedesco per la tutela della razza) ha pubblicato un libricino distribuito nelle più grandi esposizioni ai bambini.
In questa pubblicazione sono elencate le 12 regole d'oro per non essere morsicati o per lo meno: per mantenere un rapporto di non conflittualità con il cane, queste regole potremmo riassumerle in:
-tratta il cane come tu vorresti essere trattato, rispettalo e sarai rispettato.
-non avvicinarti ad un cane che non conosci anche se potrebbe sembrarti innocuo, senza prima esserti sincerato con il proprietario della sua buona indole.
-ricorda che il cane per istinto tende ad afferrare tutto quel che si agita davanti, tale atteggiamento è definito istinto predatorio ed è uno dei suoi più ancestrali istinti.
-non fissare mai il cane negli occhi ciò verrebbe interpretato dal cane come un gesto di sfida.
-non importunarlo soprattutto prendendogli la coda il che verrebbe interpretato dal cane come un desiderio dal parte del bambino di sottomissione.
-non disturbare mai un cane mentre mangia, il cane interpreterebbe ogni gesto come un tentativo di sottrargli il cibo reagendo legittimamente con tutta l'aggressività di chi vuole difendere il proprio meritato pasto.
-quando giochi con un cane fai attenzione a non capitare mai con le mani vicino ai denti poiché la dentatura di un cane è costruita proprio per una determinata funzione che anche involontariamente può procurare gravi danni ad un bimbo.
-non cercare mai di separare due cani che litigano per due diversi motivi:
Il primo è che nei conflitti tra cani difficilmente si arriva alla morte di uno di loro poiché alla fine il più debole scappa via o si sottomette.
Il secondo motivo è quello per il quale l'adrenalina in due cani che litigano è talmente alta che non rendendosi conto delle loro azioni convertirebbero istintivamente l'aggressività' nei confronti dell'intruso.
-non scappare mai di fronte ad un cane, questo atteggiamento stimola il cane a cercare di fermarti con l'unico mezzo che ha cioè il morso.
-se le persone hanno le mani, il cane ha solo i denti per afferrare qualche cosa per ciò ogni reazione a qualsiasi stimolo fa mettere in funzione al cane questa facoltà.
-se desideri giocare con un cane assicurati che ci sia sempre un adulto nelle vicinanze e gioca con lui solo dopo avere chiesto se ciò è possibile.
-nessun cane è uguale all'altro neppure appartenere alla stessa razza è indice di comuni inclinazioni perciò ogni cane va conosciuto con tutte le precauzioni che può riservare un nuovo incontro.
L'ADDESTRAMENTO:
partendo dal presupposto che ogni proprietario che non sia proprio alle prime armi può cercare di addestrare il proprio cane da solo, a meno che non desideri uno specifico addestramento per fini agonistici, nella protezione civile, nelle squadre cinofile della polizia etc.
Un cane può essere addestrato bene anche senza avere ricevuto un alto grado d'addestramento.
Sono indispensabili pochi e semplici concetti per avere un cane utile, educato e senza traumi dovuti alla repressione da noi esercitata che può essere senza dubbio dannosa se le circostanze non lo richiedono.
Nei cani (in virtù della loro natura d'animali da branco) l'attitudine ad apprendere il linguaggio e il comportamento dei membri del gruppo è molto spiccata perché a questa si associa una serena convivenza.
Tale innata disponibilità sta alla base del processo di socializzazione e costituisce il presupposto fondamentale per ogni lavoro d'addestramento.
Il principale atteggiamento da mantenere con il cane ai fini di un lavoro d'addestramento proficuo è quello della coerenza cioè: ciò che non è corretto oggi, va represso e non sarà apprezzato neppure domani o in altre occasioni.
Il cane così facendo associa che ciò che il padrone non desidera che lui faccia è così per sempre.
Al contrario ciò che il padrone desidera che lui faccia verrà sempre riconosciuto con un complimento o un premio.
L'addestramento sostanzialmente è una serie di punizioni e gratificazioni a seconda che il cane si comporta bene o male, la punizione o la gratificazione devono essere subitanee al misfatto o alla buona azione così che il cane li possa associare.
Traendone quindi un insegnamento.
Se il cane fa la pipì in casa non, lo posso punire al rientro poiché il cane non capirebbe il perché della punizione.
Solo nel caso in cui io lo vedessi fare la pipì allora sì che immediatamente dovrei appuntare la mia disapprovazione con una punizione.
In buona sostanza queste sono le due regole principali che muovono l'addestramento cioè la coerenza e la subitaneità della punizione o del premio.
Il fatto di lasciare crescere selvaggiamente un cane, libero in un ampio giardino significa abbandonarlo e non renderlo capace di capire i nostri messaggi, significa non proporgli dei modelli di comportamento e soventemente questi tipi di cani diventano spesso pericolosi per l'uomo dato che hanno mantenuto un loro canale di linguaggio insufficiente a relazionarsi con le persone.
L'addestramento che da' i migliori risultati è quello praticato fin da cucciolo cioè fin dal momento in cui il cane entra a fare parte della famiglia.
Il cane deve imparare che ogni comportamento non approvato dai famigliari non va ripetuto mentre ogni comportamento positivo deve essere ripetuto.
Si deve sempre tenere conto del fatto che il cane ci osserva in continuazione e ricorda sempre ciò che avviene in sua presenza.
L'intelligenza del cane poi è idonea a consentirgli di memorizzare le esperienze passate ed elaborarne sia le informazioni sia le conoscenze acquisite, al fine di risolvere e superare le difficoltà che ostacolano il raggiungimento di un obiettivo.
Così facendo egli imparerà presto a capire cosa noi vogliamo da lui e noi impareremo cosa lui vuole da noi.